venerdì 28 gennaio 2011

Con lo stesso amore e con lo stesso spirito

Al di là della medesima malattia sofferta, sono molte e sorprendenti le analogie tra la vita di Antonietta Meo e Chiara Luce.


"Sai mamma? Ho offerto la mia gambina a Gesù per la conversione dei poveri peccatori e perché siano benedetti i soldati che stanno in Africa".
Al padre: "Il dolore è come la stoffa: più è forte più ha valore". Alla madre: "Quando si sente male, si sta zitti e si offre a Gesù per un peccatore", Gesù ha sofferto tanto per noi e non aveva peccato: era Dio. E vorremmo lamentarci noi, che siamo peccatori e sempre lo offendiamo?".
Al suo direttore spirituale: "Per un momentino solo, mi corico sulla ferita perché in quel momento posso offrire più dolore a Gesù". A chiunque le domandava "Come stai?" rispondeva: "Sto bene!". Non vuole che si preghi per la sua guarigione ma perché si faccia la volontà di Dio: "Voglio stare con Lui sulla croce perché Gli voglio tanto bene".

Antonietta Meo e Chiara Badano unite nella stessa croce.

“Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli” (Lc 10,21))


Antonietta Meo, detta Nennolina (Roma, 15 dicembre 1930 – Roma, 3 luglio 1937), bambina italiana dichiarata Venerabile dalla Chiesa cattolica nel 2007. Potrebbe diventare la santa, non martire, più giovane della storia.
Conosciuta col vezzeggiativo di Nennolina, fin dai tre anni di età manifestò un vivo senso dell'amore di Dio, esprimendolo sempre più intensamente con letterine che dettava alla sua mamma finché non imparò a scrivere personalmente. A 4 anni, mentre ancora frequenta l'asilo, venne iscritta alla sezione "Piccolissime" della Gioventù Femminile dell'Azione Cattolica. Indossava sempre e con fierezza il distintivo e ogni tanto chiedeva di vedere la tessera per ammirarla. Quando arrivano i giornali poi, racconta la madre, se li faceva leggere e rileggere e ne imparava a memoria le figure. Nel gennaio del 1936, anche senza l'età giusta, venne iscritta tra le "Beniamine", essendo stata ammessa a ricevere la Prima Comunione. Il 29 novembre 1936 fa la sua prima Confessione e nella notte di Natale riceve la prima Comunione. Colpita da tumore osseo che la portò prima all'amputazione della gamba sinistra e poi alla precocissima morte, non perdette mai la serenità e la gioia, ma offrì le proprie sofferenze e la stessa vita a Gesù con decisione e lucidità. La Gioventù Femminile promosse fin dal 1941 la causa di beatificazione per espresso volere di Armida Barelli, allora Presidente nazionale ed ancora oggi l'Azione Cattolica Italiana ne è promotore. La Chiesa ha così riconosciuto che benché così piccola, la bambina ha praticato, in maniera proporzionata alla sua età, l'eroismo delle virtù. Se il processo di beatificazione si dovesse concludere con esito positivo, Nennolina diverrebbe la più giovane santa non martire mai proclamata dalla Chiesa cattolica. È sepolta nella basilica di Santa Croce in Gerusalemme, a Roma.

(da Wikipedia)

lunedì 17 gennaio 2011

Fugit irreparabile tempus (2)

Fin da bambina Teresa si accorge di quanto sia sottile il velo che separa il tempo dall’eternità. Esso è tanto sottile, che ovunque s’intravede il fondo dorato dell’eternità, mentre il tempo dolcemente si allenta e si dissolve davanti al volto perenne dell’eternità. Le prime lettere della santa non parlano quasi di nient’altro che di questa trasparenza del tempo e della situazione terrena.

(Hans Urs von Balthasar)

domenica 16 gennaio 2011

Fugit irreparabile tempus


“FUGIT IRREPARABILE TEMPUS”. Questa iscrizione latina sul muro di un’antica casa accanto di una meridiana ci ricorda, ogni qualvolta alziamo lo sguardo, che ogni nostra giornata fugge veloce. (da un tema scolastico di Chiara)

La foto sopra è stata scattata a Sassello.