Al di là della medesima malattia sofferta, sono molte e sorprendenti le analogie tra la vita di Antonietta Meo e Chiara Luce.
"Sai mamma? Ho offerto la mia gambina a Gesù per la conversione dei poveri peccatori e perché siano benedetti i soldati che stanno in Africa".
Al padre: "Il dolore è come la stoffa: più è forte più ha valore". Alla madre: "Quando si sente male, si sta zitti e si offre a Gesù per un peccatore", Gesù ha sofferto tanto per noi e non aveva peccato: era Dio. E vorremmo lamentarci noi, che siamo peccatori e sempre lo offendiamo?".
Al suo direttore spirituale: "Per un momentino solo, mi corico sulla ferita perché in quel momento posso offrire più dolore a Gesù". A chiunque le domandava "Come stai?" rispondeva: "Sto bene!". Non vuole che si preghi per la sua guarigione ma perché si faccia la volontà di Dio: "Voglio stare con Lui sulla croce perché Gli voglio tanto bene".
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