martedì 7 dicembre 2010

“Cerco di amare Gesù”

Chiara ha inconsapevolmente tracciato un percorso di santità. Ne era inconsapevole perché, umilmente, lasciava lavorare Cristo al posto suo. Come tutti i santi, era molto attenta ai propri difetti e cercava immancabilmente di trascurare o sminuire gli eventuali pregi. Credeva all'amore di Gesù e, per questo motivo, era convinta che potesse avere un piano sulla sua vita. Fiducia ripagata. Non poteva che trattarsi di una cosa sublime, molto più grande del più grande dei progetti di un'adolescente degli anni ottanta. Allora lo ha lasciato fare e si è limitata a prendere atto delle meraviglie di cui Egli era capace. "Abbandonarsi a Dio", "fare la sua volontà", si sente spesso dire, ed è proprio questo che Chiara ha fatto ed è in questo che ha vinto. Al vescovo, in visita al reparto dell'ospedale dov'era ricoverata, che le chiede il motivo della gioia che traspariva dal suo viso risponde: "Cerco di amare Gesù". Aveva già detto più volte il suo 'sì' a Gesù, eppure non dava mai Gesù per scontato, un dato di fatto, mentre rappresentava per lei una conquista giornaliera, una meta mai raggiungibile, continuamente ambita. San Francesco diceva che un giorno passato senza progredire nella santità rappresentava un passo indietro: per Chiara questo non avveniva perché riconduceva tutto a Cristo. Sempre. Chiara era un'ostinata della Grazia, era il suo pensiero fisso e Gesù, per questo, non l'ha privata di tale dono: "chiedete e vi sarà dato"; ma Dio non è un genio della lampada da contattare solo nei casi di bisogno, quando ci si sente giù: è un dio 'geloso' e un Padre infinitamente buono, prontissimo ad elargire i suoi beni a chiunque li chieda, ma è anche un dio giusto e riconosce i propri figli se questi si ricordano di lui. E' un amore che non può funzionare a corrente alternata. Per quanto Chiara possa discostarsi dai consueti 'canoni' della santità, questo è stata la freccia nel suo arco: con Gesù, ogni giorno, ecco cosa l'ha portata alla beatitudine. E farsi piccoli: Chiara lo faceva da sempre, e quando il Signore le ha chiesto una cosa molto più grande di lei non si è scandalizzata: ha avuto paura e ha sofferto, come chiunque figlio a cui venga richiesto un sacrificio che non è in grado di capire. Fino al momento della prova non lo sapeva, ma era preparata ad affrontare la croce, perché – nella sua pur breve vita - era sempre stata docile alla voce del suo Signore.

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